Di fronte ai segnali che si stanno manifestando, c’è chi minimizza affermando che, in fondo, tutto quanto sta accadendo oggi in Italia rientra nella logica di una normale democrazia. Anche se credo che singoli episodi non debbano essere drammatizzati, penso che esistano fondati motivi di apprensione.
Per dirla tutta, anche se si potesse prescindere dal passato di Ginafranco Fini, non sono persuaso nemmeno del suo presente. Un discorso scaltro, quello del suo insediamento alla presidenza della Camera, che ha distribuito le giuste deferenze. La pagina dei totalitarismi voltata, la definitiva transizione della destra post-fascista nella grande casa della democrazia. Ma un’impronta rimane, ed è pienamente leggibile nella condanna del relativismo etico e culturale, eletto a nuovo nemico condiviso con Benedetto XVI, negli orientamenti sull’immigrazione, nella vocazione mediterranea dell’Italia invocata anche da Alemanno.
A proposito. Non mi preoccupa tanto che Alemanno sia il primo cittadino di Roma, quanto le mani tese al Campidoglio che hanno festeggiato il suo trionfo. E, ancora, il quadro politico generale.
sabato 3 maggio 2008
Una normale dialettica democratica?
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1 commento:
Andrebbero anche messe in luce le contraddizioni della sinistra nell'uso dell'antifascismo, troppo spesso all'ultimo minuto e al fine di proteggere la propria poltrona, così da non risultare credibili presso il proprio stesso elettorato. E' quanto accaduto con il fascistino Alemanno, che è finito per sembrare più autentico (moneta meno falsa) del suo avversario che si ricorda del suo antifascismo sempre a 5 minuti a mezzanotte.
S.F.
http://politicaealtro.awardspace.info
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