domenica 29 marzo 2009

L'Italia è l'unico Paese in Europa dove l'estrema destra xenofoba può sfilare per le strade in nome della libertà d'espressione


Mentre la grande cloaca onnicomprensiva del berlusconismo ingurgita benevolmente il post-fascismo, - cosa che pesa molto di più del tentativo della terza carica dello Stato, il post-fascista Gianfranco Fini, di riposizionarsi come liberale di destra - il 5 aprile a Milano potrebbe sfilare un raduno organizzato da Forza Nuova, che prevede la presenza delle formazioni dell’estrema destra xenofoba europea (sull’argomento consiglio la lettura di un bell’articolo di Luciano Muhlbauer su Aprileonline).


Se mai fosse servita una conferma del fatto che nel nostro Paese si stiano diffondendo pericolosi segnali d’intolleranza, che nel contempo aprono la strada a una condiscendenza decisamente preoccupante verso movimenti dell’estrema destra più becera, questa conferma è venuta dalle parole del sindaco di Milano Letizia Moratti.


Sollecitata a prendere posizione contro l’inaccettabile ritrovo, la Moratti ha dichiarato che non se la sente di intervenire perché “bisogna essere liberi di manifestare il proprio pensiero”. Anche se quel pensiero è intollerante, illiberale e xenofobo.


Quando, a settembre dello scorso anno, un analogo ritrovo venne organizzato a Colonia (ne parlai anche io qui), la politica tedesca si pronunciò in modo trasversale e la manifestazione fu annullata anche in forza dell’imponente protesta che unì tedeschi e immigrati.


In Italia, invece, una classe politica opportunista, cinica e illiberale ha contribuito prima a liberare, poi a rivestire di un’ambigua veste quasi-istituzionale orientamenti e formazioni politiche, quando non paramilitari, che in qualsiasi paese civile verrebbero considerati null’altro che pericolosi estremismi, e come tali tenuti ai margini della vita istituzionale, politica e sociale.

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