La soddisfazione del ministro degli Interni (leghista) Roberto Maroni, che giovedì aveva gridato ad una “svolta” quando 230 migranti erano stati rispediti in Libia senza permette loro di toccare terra, viene purtroppo raccolta dal premier e dal ministro degli esteri Franco Frattini che ieri, in una conferenza stampa, hanno sostanziato il grave episodio e le parole di Maroni con il suggello di una precisa e condivisa volontà politica.
Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono pesantissime perché convalidano di fatto i deliri segregazionisti e xenofobi della Lega. Berlusconi, in particolare, ha criticato la sinistra perché avrebbe "aperto le porte” a un’idea di società “che era ed è quella di un'Italia multietnica". “Noi - chiarisce - abbiamo un'idea diversa”. È evidente.
Verrà accolto, aggiunge il cavaliere: "solo chi ha le condizioni per ottenere l'asilo politico". Questo passaggio in realtà è debolissimo. Per rendersene conto è sufficiente leggere la definizione di “richiedente asilo” che si trova sulla “Carta di Roma”, un fondamentale documento approvato dall’ordine italiano dei giornalisti per promuovere una corretta informazione su una materia così delicata come l’immigrazione. Ecco la definizione:
Leggendo la definizione si comprende facilmente perché le rassicurazioni del premier circa l’accoglimento dei richiedenti asilo siano del tutto prive di credibilità: come è possibile accoglierli, se non viene permesso loro di toccare terra?
Che l’argomentazione del premier fosse debolissima, se ne deve essere accorto bene il ministro degli Esteri Franco Frattini, presente alla conferenza – che in effetti verteva proprio sul primo anno di politica estera del governo – il quale ha fatto presente che la politica messa in campo dall’Italia è coerente con "le norme contenute nel patto europeo firmato a fine dicembre", allo scadere della presidenza francese dell'Unione europea.
La precisazione era necessaria, perché questo invece è vero. Del resto, le idee del presidente francese in materia d’immigrazione sono note. Ma anche all’interno di un quadro generale che, in Europa, attua misure molto restrittive nei confronti dell’immigrazione, l’interpretazione dell’Italia resta assolutamente preoccupante. La recente decisione di rispedire in Libia 230 migranti e il pieno avallo del governo nelle persone del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri lasciano presagire involuzioni che devono destare la massima preoccupazione di chiunque abbia a cuore i diritti. Non solo i diritti dei migranti: i diritti di tutti.
Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono pesantissime perché convalidano di fatto i deliri segregazionisti e xenofobi della Lega. Berlusconi, in particolare, ha criticato la sinistra perché avrebbe "aperto le porte” a un’idea di società “che era ed è quella di un'Italia multietnica". “Noi - chiarisce - abbiamo un'idea diversa”. È evidente.
Verrà accolto, aggiunge il cavaliere: "solo chi ha le condizioni per ottenere l'asilo politico". Questo passaggio in realtà è debolissimo. Per rendersene conto è sufficiente leggere la definizione di “richiedente asilo” che si trova sulla “Carta di Roma”, un fondamentale documento approvato dall’ordine italiano dei giornalisti per promuovere una corretta informazione su una materia così delicata come l’immigrazione. Ecco la definizione:
Un richiedente asilo è colui che è fuori del proprio paese e presenta, in un altro stato, domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o per ottenere altre forme di protezione internazionale. Fino al momento della decisione finale da parte delle autorità competenti, egli è un richiedente asilo, ed ha diritto di soggiorno regolare nel paese di destinazione. Il richiedente asilo non è quindi assimilabile al migrante irregolare, anche se può giungere nel paese d’asilo senza documenti d’identità, o in maniera irregolare, attraverso i cosiddetti ‘flussi migratori misti’, composti cioè sia da migranti irregolari, che da potenziali rifugiati.
Leggendo la definizione si comprende facilmente perché le rassicurazioni del premier circa l’accoglimento dei richiedenti asilo siano del tutto prive di credibilità: come è possibile accoglierli, se non viene permesso loro di toccare terra?
Che l’argomentazione del premier fosse debolissima, se ne deve essere accorto bene il ministro degli Esteri Franco Frattini, presente alla conferenza – che in effetti verteva proprio sul primo anno di politica estera del governo – il quale ha fatto presente che la politica messa in campo dall’Italia è coerente con "le norme contenute nel patto europeo firmato a fine dicembre", allo scadere della presidenza francese dell'Unione europea.
La precisazione era necessaria, perché questo invece è vero. Del resto, le idee del presidente francese in materia d’immigrazione sono note. Ma anche all’interno di un quadro generale che, in Europa, attua misure molto restrittive nei confronti dell’immigrazione, l’interpretazione dell’Italia resta assolutamente preoccupante. La recente decisione di rispedire in Libia 230 migranti e il pieno avallo del governo nelle persone del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri lasciano presagire involuzioni che devono destare la massima preoccupazione di chiunque abbia a cuore i diritti. Non solo i diritti dei migranti: i diritti di tutti.
1 commento:
Io non riesco proprio a condividere il modo in cui il nostro governo sta affrontando un tema così delicato come l'immigrazione!!!
Appoggio in pieno il punto di vista dell'On.Daniela Melchiorre che ritiene che nell’ottica della prosperità, le migrazioni internazionali rappresentano un’opportunità, rappresentando un fattore di scambio culturale, umano, sociale ed economico.
Forza Daniela alza la voce!
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