giovedì 23 ottobre 2008

Giù la maschera


Quella di ieri è stata una giornata di manifestazioni studentesche, che si sono svolte nelle principali città italiane. A Milano ci sono stati scontri con la polizia e tre feriti. È stata una giornata importante perché la partecipazione è stata imponente e ha unito idealmente studenti, professori, docenti universitari. Una protesta dovuta, per chi vuole leggere i segni di un progetto teso a colpire il cuore della scuola pubblica e a distruggere il pensiero critico. Qualche giorno fa il quotidiano spagnolo “El Pais” scriveva, non senza ironia, che la Gelmini ha sortito l’effetto di risvegliare un’opinione pubblica dormiente. I segnali ci sono, lo dimostra anche la mobilitazione generale che si è innescata per Roberto Saviano.

Intanto Berlusconi mostra il suo vero volto. Le sue dichiarazioni si prestano difficilmente ad essere equivocate: la risposta a una protesta diffusa, sentita e sacrosanta è la promessa della repressione. Il premier ha annunciato l’impiego di forze dell’ordine nelle università e deprecato le “bugie” della sinistra e dei mezzi d’informazione. “Non permetteremo l’occupazione delle scuole e delle università”, ha minacciato.

L’atteggiamento di Berlusconi, che rientra nelle classica e tristemente nota strategia della tensione, dovrebbe servire a far ricredere almeno chi è stato troppo possibilista sul fatto che il Cavaliere potesse davvero cambiare pelle. Diventare uno statista maturo. Non è più possibile chiudere gli occhi di fronte a un tentativo trasversale di mettere il bavaglio al dissenso, che avvicina l’Italia a una democrazia in stile sudamericano. Quello che sta succedendo di nuovo è, invece, che la protesta si sta incentrando soprattutto sulla questione della scuola. Evidentemente ci voleva un’ottusità al di sopra di ogni dubbio, manifesta e tracotante, perché ci si svegliasse da un lungo torpore.

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