sabato 22 novembre 2008

Il razzismo palese e quello inconsapevole


Potrebbe essere la cronaca di una giornata di ordinario razzismo. Giovedì Berlusconi si è pronunciato favorevolmente sulle “classi ponte” (le chiamano così) per gli immigrati. A ognuno la sua interpretazione sull’avallo del premier. Una possibile lettura è che la mozione della Lega, che chiede di istituire classi per gli stranieri che devono imparare l’italiano, sia mossa da un razzismo palese, programmatico e nulla affatto nuovo; l’esplicito assenso pronunciato giovedì da Berlusconi forse è animato da un razzismo meno ideologico, ma non certo inoffensivo solo perché meno consapevole.Le classi “ponte” – si scrive così ma si legge “ghetto” – oltre che discriminatorie sono anche inutili, fanno notare i linguisti. Che non sono i soli ad essere preoccupati della china razzista che si vuole imporre alla scuola: al contrario le esternazioni di viva preoccupazione sono condivise dai sindacati, dalle associazioni, dal mondo cattolio e da tutta l’opposizione. Ma a dettare legge è la Lega.
Delle “classi-ponte” mi ero occupato già quando la mozione fu approvata (il 15 ottobre). E c’era stato, anche su questo blog, chi mi aveva fatto notare che esageravo, perché in fondo era “solo” una mozione, “solo” un’idea, che in quanto tale poteva essere discussa. Sono stato anche invitato a conservare il mio sdegno per cose più serie. Io non ho cambiato idea, e anzi aggiungo: se non per il razzismo, per cosa ci dobbiamo indignare?

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