giovedì 18 dicembre 2008

Querelle di fine anno


russia-ucraina. Da circa tre anni, di questo periodo, va in scena la querelle energetica tra Russia e Ucraina, a partire cioè dal gennaio 2006, quando Mosca chiuse i rifornimenti di gas naturale nei confronti di Kiev, causando anche una breve interruzione delle esportazioni verso l’Europa, che è in larga parte rifornita tramite gasdotti che attraversano l’Ucraina. I governi occidentali accusarono allora Mosca di usare la sua ampia disponibilità di risorse energetiche come arma politica, un’accusa che il Cremlino ha sempre rispedito al mittente. In linea di massima l’accusa non è infondata, ma è vero anche che l’Ucraina paga 179,50 dollari per metro cubo, molto al di sotto del prezzo pagato dai clienti dell’Europa occidentali di Gazprom (il colosso russo del gas). Tanto che quest’anno Mosca e Kiev avevano raggiunto un accordo di principio per un periodo di transizione di tre anni, a partire dal 2009, che avrebbe portato gradualmente l’Ucraina al livello di prezzi degli altri Paesi.

Oggi, dunque, l’ultimo atto della solita controversia di fine anno: secondo il presidente Viktor Yushchenko, l’Ucraina ha già pagato il suo debito per il gas consumato nel periodo estivo ed autunnale; Yushchenko ha aggiunto anche che la compagnia ucraina Naftogaz avrebbe trasferito mercoledì 800 milioni di dollari per coprire il debito e che altri 200 seguiranno presto. Ma secondo Gazprom il pagamento avrebbe coperto soltanto il debito fino alla fine di ottobre, aggiungendo che le autorità ufficiali dell’Ucraina avrebbero fatto chiaramente intendere che nessun ulteriore pagamento verrà effettuato prima della fine dell’anno e che alla data del primo gennaio 2009 il debito toccherà quota 2 miliardi. E, prosegue la dirigenza del gigante russo del gas, in questo caso le forniture verranno interrotte. Naftogaz non ha ancora fatto commenti. Si attendono dunque gli ulteriori sviluppi del consueto tira e molla di fine anno.

alcune informazioni presenti nell'articolo sono state ricavate dalla versione online del Wall Street Journal


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