Dal 27 dicembre, data dell’inizio dell’offensiva di tre settimane sferrata da Israele, mi sono occupato della guerra di Gaza, non solo esprimendo la mia visione ma anche cercando di dare risalto ad alcune informazioni alle quali i media, soprattutto la televisione ma anche molti giornali, non danno adeguato spazio.
Ma non è di questo che voglio parlare in questo post, o meglio non in senso stretto, bensì proprio dei motori di ricerca e degli atteggiamenti nei confronti dell’informazione. Mi spiego meglio.
Credo che chiunque scriva e si occupi seriamente di informazione si ponga il problema se i propri lettori trovino oppure no quello che si aspettano. Senza per altro che la scrittura debba orientarsi per forza strettamente al soddisfacimento delle attese; sono possibili in effetti risposte diverse a questa domanda, rivelatrici di diversi modi di pensare la scrittura. Ma la domanda è ineludibile.
Aggiornare un blog offre, tra le altre cose, degli strumenti abbastanza oggettivi per rispondere a questa domanda, permettendo di consultare statistiche, le più utili delle quali, secondo me, sono quelle relative alle chiavi di ricerca. E qui vengo al punto. Recentemente mi sono dedicato a visionarle con attenzione e alcune ricerche mi hanno dato molto da pensare. Eccone una:
conflitto israele il vero perché
Non so cosa ne pensate, a me questa chiave di ricerca sembra un tipico esempio di un atteggiamento oracolare, per non dire escatologico nei confronti della rete, vista, si suppone, come il luogo che detiene tutte le risposte. Il vero perché del conflitto israelo-palestinese, ma direi di ogni conflitto e, spingendomi ancora oltre di ogni cosa, è una domanda tipicamente metafisica. Cioè, molto verosimilmente, la risposta non esiste.
Per altro, anche a voler prendere internet per un oracolo, bisognerebbe ricordare che anche il più famoso tra gli oracoli dell’antichità, quello di Delfi, dava delle risposte sensate solo a chi sapeva interrogarlo. Lo stesso vale per i motori di ricerca, che hanno una loro sintassi e funzionano secondo le regole degli operatori logici, ciò che rende ancora più infruttuosa una ricerca come quella sopra riportata. Infatti, in mancanza di apici posti all’inizio e alla fine della chiave, il motore di ricerca legge il tutto come una serie di “or” logiche, vale a dire elencherà tutti i risultati nei quali compaia la parola “conflitto”, oppure la parola “israele” ecc. È pur vero che il motore di ricerca darà la precedenza a quei record dove occorrono più parole tra quelle inserite, ma il risultato sarà, di solito molto deludente.
La situazione non migliora molto, in questo caso, inserendo gli apici, cercando quindi “conflitto israele il vero perché”. Anzi, se possibile la cosa peggiora. In questo caso, infatti, la ricerca ci restituirà tutti e solo i risultati in cui compaiono tutte le parole e inoltre in quello stesso ordine. Vale a dire, provando a immaginare un discorso nel quale compaia la stringa“conflitto israele il vero perché”, le probabilità che la ricerca restituisca 0 risultati è molto alta (se invece ne restituisse, la fonte ostenterebbe tale arrogante presunzione da risultare pochissimo credibile a qualunque persona di buon senso).
Ma non è un caso isolato, anzi la casistica è ricca. Ecco un’altra ricerca:
perché un nuovo conflitto nella striscia di gaza
Questa chiave di ricerca va decisamente meglio e ha almeno il pregio, rispetto alla precedente, di cercare una motivazione contingente e non una verità ultimativa, ma per il resto ricade sotto le stesse difficoltà.
Interessate anche questa, come esempio di cattivo uso dei motori di ricerca:
conflitto israelo palestinese wikipedia
Wikipedia ha un proprio motore di ricerca interno. A questo lettore, che è arrivato evidentemente sul mio blog cercando altro, suggerisco di fare le seguenti operazioni:
a) andare sul sito di Wikipedia, digitando nella barra di navigazione www.wikipedia.it oppure www.wikipedia.org;
b) immettere nel motore di ricerca interno di Wikipedia una chiave di ricerca plausibile, tale da poter meritare la stesura di una voce enciclopedica.
Altra chiave di ricerca che ha portato sulo mio blog un lettore alla ricerca di escatologie semplificate:
verità su conflitto israelopalestinese
Vedi sopra. A questi lettori/navigatori vorrei ricordare, senza saccenza né moralismo (al contrario abbracciando il punto di partenza della nostra basilare ignoranza), che la verità ha senso nella sola accezione di verità storico-contingente. Per accertarla servono fatica, disponibilità a documentarsi e ad approfondire e capacità di farsi, alla fine, una propria idea. Che sarà comunque un’interpretazione.
Ma non è di questo che voglio parlare in questo post, o meglio non in senso stretto, bensì proprio dei motori di ricerca e degli atteggiamenti nei confronti dell’informazione. Mi spiego meglio.
Credo che chiunque scriva e si occupi seriamente di informazione si ponga il problema se i propri lettori trovino oppure no quello che si aspettano. Senza per altro che la scrittura debba orientarsi per forza strettamente al soddisfacimento delle attese; sono possibili in effetti risposte diverse a questa domanda, rivelatrici di diversi modi di pensare la scrittura. Ma la domanda è ineludibile.
Aggiornare un blog offre, tra le altre cose, degli strumenti abbastanza oggettivi per rispondere a questa domanda, permettendo di consultare statistiche, le più utili delle quali, secondo me, sono quelle relative alle chiavi di ricerca. E qui vengo al punto. Recentemente mi sono dedicato a visionarle con attenzione e alcune ricerche mi hanno dato molto da pensare. Eccone una:
conflitto israele il vero perché
Non so cosa ne pensate, a me questa chiave di ricerca sembra un tipico esempio di un atteggiamento oracolare, per non dire escatologico nei confronti della rete, vista, si suppone, come il luogo che detiene tutte le risposte. Il vero perché del conflitto israelo-palestinese, ma direi di ogni conflitto e, spingendomi ancora oltre di ogni cosa, è una domanda tipicamente metafisica. Cioè, molto verosimilmente, la risposta non esiste.
Per altro, anche a voler prendere internet per un oracolo, bisognerebbe ricordare che anche il più famoso tra gli oracoli dell’antichità, quello di Delfi, dava delle risposte sensate solo a chi sapeva interrogarlo. Lo stesso vale per i motori di ricerca, che hanno una loro sintassi e funzionano secondo le regole degli operatori logici, ciò che rende ancora più infruttuosa una ricerca come quella sopra riportata. Infatti, in mancanza di apici posti all’inizio e alla fine della chiave, il motore di ricerca legge il tutto come una serie di “or” logiche, vale a dire elencherà tutti i risultati nei quali compaia la parola “conflitto”, oppure la parola “israele” ecc. È pur vero che il motore di ricerca darà la precedenza a quei record dove occorrono più parole tra quelle inserite, ma il risultato sarà, di solito molto deludente.
La situazione non migliora molto, in questo caso, inserendo gli apici, cercando quindi “conflitto israele il vero perché”. Anzi, se possibile la cosa peggiora. In questo caso, infatti, la ricerca ci restituirà tutti e solo i risultati in cui compaiono tutte le parole e inoltre in quello stesso ordine. Vale a dire, provando a immaginare un discorso nel quale compaia la stringa“conflitto israele il vero perché”, le probabilità che la ricerca restituisca 0 risultati è molto alta (se invece ne restituisse, la fonte ostenterebbe tale arrogante presunzione da risultare pochissimo credibile a qualunque persona di buon senso).
Ma non è un caso isolato, anzi la casistica è ricca. Ecco un’altra ricerca:
perché un nuovo conflitto nella striscia di gaza
Questa chiave di ricerca va decisamente meglio e ha almeno il pregio, rispetto alla precedente, di cercare una motivazione contingente e non una verità ultimativa, ma per il resto ricade sotto le stesse difficoltà.
Interessate anche questa, come esempio di cattivo uso dei motori di ricerca:
conflitto israelo palestinese wikipedia
Wikipedia ha un proprio motore di ricerca interno. A questo lettore, che è arrivato evidentemente sul mio blog cercando altro, suggerisco di fare le seguenti operazioni:
a) andare sul sito di Wikipedia, digitando nella barra di navigazione www.wikipedia.it oppure www.wikipedia.org;
b) immettere nel motore di ricerca interno di Wikipedia una chiave di ricerca plausibile, tale da poter meritare la stesura di una voce enciclopedica.
Altra chiave di ricerca che ha portato sulo mio blog un lettore alla ricerca di escatologie semplificate:
verità su conflitto israelopalestinese
Vedi sopra. A questi lettori/navigatori vorrei ricordare, senza saccenza né moralismo (al contrario abbracciando il punto di partenza della nostra basilare ignoranza), che la verità ha senso nella sola accezione di verità storico-contingente. Per accertarla servono fatica, disponibilità a documentarsi e ad approfondire e capacità di farsi, alla fine, una propria idea. Che sarà comunque un’interpretazione.
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