"Tutti ne conoscono uno: il compagno del liceo che fa le orecchie da coniglio sulla testa della professoressa nella foto di classe. O lo zio sempre pronto a fare baldoria. Ebbene, anche l’Italia ne ha uno: il suo presidente del Consiglio."
È la caustica istantanea scattata da Madeleine Johnson per il New York Post, che non può essere definito esattamente un “giornale di sinistra” (è, al contrario, di orientamento conservatore, ma una volta per tutte: all’estero nessuno crede che riscontrare i tratti buffoneschi del premier italiano sia una faccenda partitica, lo sconcerto è assolutamente bipartisan).
Dopo l’incipit impietoso, ancorché terribilmente vero, l’articolo prosegue evocando l’ormai arcinota lista delle recenti “performance” berlusconiane, che risparmiamo anche per sopraggiunta noia. È invece interessante la questione che viene sollevata subito dopo:
"Il mondo può vedere Berlusconi come il leader più suonato d’Europa, ma per gli italiani, che lo hanno votato tre volte,la relazione è molto più complicata."
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