martedì 14 aprile 2009

L'elemosina e i diritti

A proposito di privilegi, diritti e carità: il cardinale Bagnasco, in visita a L’Aquila, ha promesso altri 2 milioni per l’emergenza, portando a 5 il totale stanziato da parte della Cei. A qualcuno verrà da dire: gentile da parte sua, no? Io dico sicuramente: meglio di niente. Rimane però il fatto che, in linea con la cultura imperante (e con la corsa alla carità pubblica sempre prontamente innescata dalla televisione) si tratta di denaro dato a titolo di concessione e non della fruizione di un diritto.

Quanto sono 5 milioni per la Chiesa? Soltanto dall’8 per mille ne ricava circa 310 per le scelte espresse, altri 472 per quelle inespresse, per un totale di quasi 783 milioni di euro - mi appoggio ai dati, relativi al 2000, citati da Cassano (si veda post precedente) che tra l’altro proponeva, sulla scorta di questi dati, di istituire un fondo permanente per le emergenze con i proventi delle preferenze inespresse dell’8 per mille.

La Chiesa farebbe bene a spogliarsi di una parte anche minima dei suoi ingiustificabili privilegi: in questo Paese abbiamo bisogno di diritti, non di elemosine. Farebbe bene, ma ovviamente non lo farà. Sono ecumenici, mica fessi.

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