É quanto sostiene Peter Popham su The Independent. Secondo l’editorialista del quotidiano britannico, Gianfranco Fini sarebbe il politico italiano più pericoloso per il futuro degli equilibri democratici. Ma il rischio non viene direttamente dalla sua passata militanza e dai suoi legami storici con il fascismo.
Secondo Popham, Fini è pericoloso perché “All’età di 52 anni, ha permesso la continuità della destra al governo molto oltre il giorno della dipartita di Berlusconi, 72enne. L’altra ragione è più profonda: nella sua lunga marcia dalla giungla politica alla prateria assolata del centro si è reinventato come convinto liberale. Campione delle donne e degli immigrati, nemico dell’autocrazia, e in particolare la persistente e impavida critica della Chiesa Cattolica e la sua costante mediazione nella politica italiana.”
Per aggiungere subito dopo, ed ecco il paradosso cui fa riferimento il titolo:
“Fini è entrato nel giardino del centro-sinistra e ha rubato i loro vestiti.”
Popham evidenzia con preoccupazione l’anomalia italiana, definendo il recente congresso costituente del partito del Popolo della Libertà come “l’ennesima astuta celebrazione del culto della personalità di Berlusconi”. L’autore ricorda anche il grave scontro istituzionale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, occasionato dal “caso Englaro”, e come Berlusconi abbia “costretto con la forza la sua maggioranza sottomessa” ad approvare “una legge rabberciata per ottenere lo stesso risultato” .
“La donna è morta, ma la legge vergognosa sta comunque facendo il suo cammino”.
Tornando poi al discorso pronunciato da Berlusconi in occasione del convegno inaugurale del PdL, Popham cita un editoriale di Eugenio Scalfari su La Repubblica per sottolineare i chiari esiti autoritari e plebiscitari che emergono da quel discorso. “In altre parole, l’essenza della dittatura, sebbene sorridente e subdola”, commenta Popham, che a questo punto si chiede:
“Chi in Italia, si fa avanti per denunciare tutto ciò? Nell’anno trascorso dal trionfo elettorale di Berlusconi il demoralizzato centro-sinistra ha svolto un lavoro d’opposizione patetico, (…) Il nuovo leader del Partito Democratico, Dario [nell’articolo si legge erroneamente Enrico] Franceschini, sta mostrando segni di un’attitudine più robusta, ma è troppo poco e troppo tardi.”
“L’unico uomo con lo stomaco per questo compito è Gianfranco Fini”, che in effetti è apparentemente l’unico ad esprimere delle idee capaci di contrastare efficacemente il premier come nel caso, ricorda Popham, delle critiche manifestate dal presidente della Camera sulla legge che regola il trattamento di fine vita rendendo non vincolanti per i medici le volontà espresse dal paziente.
In cauda venenum, “una dichiarazione coraggiosa, ma Fini sapeva che lo poteva fare, perché sa quanto Berlusconi abbia bisogno di lui: non soltanto per il blocco del voto post-fascista che gli ha portato, non soltanto per il carisma dell’uomo di Stato contrapposto alla cialtroneria del premier. Ma perché sta diventando chiaro a tutti che Fini è il miglior leader che la sinistra italiana abbia mai avuto. Se Berlusconi vuole ridurre l’opposizione a una condizione di completa inutilità, questo nuovo liberale è la sua speranza migliore.
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