venerdì 8 maggio 2009

L'Italia rispedisce in Libia 230 migranti. Contro i diritti e contro le convenzioni internazionali


Oltre alle solite gaffe del suo primo ministro, l’altro argomento legato all’Italia del quale la stampa estera oggi si è occupata diffusamente è la decisione, difesa dal ministro degli Interni Maroni, di rispedire in Libia tre barconi con circa 230 migranti a bordo.

Tra quelli che ho visionato, segnalo due articoli molto puntuali: uno realizzato da Elisabetta Povoledo per The New York Times, l’altro dall’inglese The Daily Mail.

In entrambi si legge la preoccupazione nei confronti di una decisione assolutamente inedita per la sua durezza, che per altro si pone in rotta di collisione con le convenzioni internazionali e con i diritti umani.

The Daily Mail cita l’UNHCR [l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati], che denuncia come “L’incidente segni un significativo spostamento nelle politiche del governo italiano ed è una fonte di forte preoccupazione

A questo proposito, infatti, occorre ricordare, come fanno puntualmente entrambi i quotidiani anglosassoni, che la maggior parte dei migranti che arrivano in Italia via mare sono richiedenti asilo politico. Le convenzioni internazionali richiederebbero pertanto di esaminare la loro istanza, e non di rispedirli brutalmente da dove sono venuti senza che abbiano nemmeno toccato terra.


(Foto: The Daily Mail)

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