A me sembra che i toni che ha assunto il dibattito siano, come al solito, fuorvianti, viziati in partenza. In una democrazia sana la par condicio dovrebbe essere garantita dal pluralismo delle voci, più che dal silenzio, come pretendono i radicali (il relatore del testo è il radicale Beltrandi). Dovrebbe essere assicurata dalla possibilità di un’arena nella quale siano rappresentati punti di vista opinioni e posizioni diverse, dunque da una più equa ripartizione degli spazi informativi e televisivi; l'esclusione dalla prima fase di campagna elettorale delle forze politiche che non hanno eletti al Parlamento europeo contraddice palesemente questo principio di pluralismo e di democrazia.
La delibera approvata martedì scorso dalla commissione di vigilanza giova, allora, alla causa dei nemici di ogni rinnovamento e serve a riconfermare il diktat mediatico di questa specie di monocrazia mascherata da ottuso “bipolarismo”, complice quella parte del PD – che pure, nella fattispecie, protesta a viva voce– che si è accomodata in questo stato di cose, con proprio tornaconto.
La delibera approvata martedì scorso dalla commissione di vigilanza giova, allora, alla causa dei nemici di ogni rinnovamento e serve a riconfermare il diktat mediatico di questa specie di monocrazia mascherata da ottuso “bipolarismo”, complice quella parte del PD – che pure, nella fattispecie, protesta a viva voce– che si è accomodata in questo stato di cose, con proprio tornaconto.
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