lunedì 21 novembre 2011

PD: i pizzini e le idee


Il 2012 non sarà un tunnel da attraversare con il minore danno possibile, come qualcuno pensa. Ogni contrattazione dei partiti attuali a sostegno delle misure proposte dal governo metterà in gioco la loro identità e rafforzerà l’identità del governo Monti e la sua durata “naturale” sino alla fine della legislatura.

Coglie un ottimo punto Gian Enrico Rusconi, in un editoriale, di sabato su La Stampa, che condivido largamente. Leggendo queste parole, in particolare, ho pensato al ruolo, di sostegno ma critico, consapevole e propositivo, proprio per definire un’identità e un orizzonte che finora hanno sempre paurosamente latitato, che il PD – eterno problema! – dovrebbe finalmente svolgere nel collaborare con questo esecutivo, e mi pare che i primi segnali non siano proprio dei più incoraggianti. La via non è quella testimoniata dal bigliettino di Enrico Letta, episodio che nella sua banalità – e ordinarietà, visto che Monti aveva un bel mucchietto di pizzini – è tuttavia indicativo tra i tanti di quanto profonda sia l’infezione mutuata dallo stile politico della maggioranza di governo appena dismessa, e di come il dna del PD ne rechi profonda l’impronta, come del resto ben sappiamo. E rivelatrici sono in fondo anche le parole pronunciate da Bersani in difesa di Letta: “io posso solo ribadire quello che abbiamo sempre detto: ci dica cosa dobbiamo fare, noi ci siamo messi a disposizione del governo”. Perché, caro Bersani, volendo il punto è proprio questo: cosa dovrebbe fare il PD, per una volta, dovrebbe saperlo il PD.

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