“La folla (…) è guidata quasi esclusivamente dall’inconscio. I suoi atti nascono dall’influenza del midollo spinale più che dall’influenza del cervello. Le azioni da essa compiute possono essere perfette quanto all’esecuzione, ma dato che non sono dirette dal cervello, dipendono in realtà dai moti casuali dell’eccitazione”.
Queste parole furono impresse su carta da Gustav Le Bon, sociologo e saggista francese di matrice positivista, in un’opera del 1895, ma conservano intatte la loro pregnanza. Tanto che il saggio di Le Bon, molto fortunato, divenne una sorta di manuale d’uso per gli agitatori politici che da quella comprensione della psicologie delle masse – parola destinata a un uso più duraturo che non “folle” – avrebbero preso le mosse per soggiogarle.
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