mercoledì 29 ottobre 2008

Attenti alla trappola della tensione

Ho pensato, come molti di noi avranno pensato, che l’infiltrazione dei militanti di estrema destra del “blocco studentesco” (ma in molti hanno riconosciuto subito tra i capi del manipolo di picchiatori i soliti noti di Casa Pound) nella manifestazione No Gelmini di ieri avesse un sapore antico e tristemente conosciuto, un che di affatto casuale e anzi scientifico.

Si teme la marea montante, forse inattesa nelle proporzioni, di un movimento capace di delineare un orizzonte ancora più vasto del terreno, già vitale, su cui è nato colmo di rabbia. Una forza d’urto che si sta caricando di una potenza sintetica, capace di farsi espressione e voce di una protesta contro una maggioranza che sta mostrando il suo volto reazionario, demagogico, antidemocratico.

Un movimento, sarà il caso di ripeterlo cento volte, intrinsecamente apartitico. Ma proprio per questo visto come più pericoloso, perché potenzialmente incontrollabile. Ecco perché si sta cercando di disgregarlo e di strumentalizzarlo, di creare le premesse per una identificazione di parte, gettando nell’agone politico-mediatico i simboli di una contrapposizione estremizzata destra/sinistra in realtà del tutto inesistente.

Mentre facevo queste riflessioni mi sono imbattuto nell’articolo di Davide Nota (che scopro per altro scrittore capace di una poesia colta, vissuta, intensa), di esemplare chiarezza, che vi invito a leggere (Preveniamo le infiltrazioni studiando Pasolini). Per conto mio, aggiungo che non è tempo di essere indifferenti, equidistanti o anche semplicemente tiepidi. Non è il momento di stare alla finestra. In questi giorni alcuni commentatori, anche autorevoli, hanno suggerito che anche la demagogia è diventata bipartisan. Non è questo il momento dello scetticismo verso l’operato del PD, che è stato motivatissimo prima, ma sarebbe ora un fatale errore politico.

Nessuna equiparazione tra PD e PdL è possibile, il solo pensarlo è un’aberrazione culturale. È il momento di raccogliere le forze a disposizione e di compattarle. Di trovare, nell’urgenza degli eventi, volontà e coesione, a cominciare dal referendum abrogativo del decreto proposto da PD e IdV.

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