martedì 20 gennaio 2009

il presidente Obama, Bush e la Costituzione

Foto: Los Angeles Times

Oggi è stato il giorno di Barack Obama e del suo attesissimo insediamento. Mentre il discorso del nuovo presidente degli Stati Uniti prende le distanze in più punti dall’amministrazione che lo preceduto, molti in America chiedono che quell’amministrazione sia chiamata a rispondere dei crimini di cui è accusata. Lo chiede incisivamente al nuovo Presidente Paul Krugman, premio Nobel per l’economia e collaboratore del New York Times, da sempre critico nei confronti dell’amministrazione Bush, del quale posto un intervento scritto alla vigilia dell’insediamento e pubblicato stamattina da La Repubblica.


Interrogato sull’opportunità di indagare sugli eventuali crimini commessi dall’amministrazione Bush, Barack Obama ha risposto: “Nessuno dev’essere al di sopra della legge, però dobbiamo guardare al futuro anziché al passato”. Ma io gli ho ribattuto questo: se non si indaga sugli anni di Bush, vuol dire che chi è al potere è davvero al di sopra della legge, poiché nessuno gli chiede conto delle azioni. Non si tratta solo di tortura e di intercettazioni illegali, ma di abusi che vanno dalla politica ambientale ai diritti degli elettori, per premiare gli alleati politici e punire gli avversari, e tutto questo senza dimenticare la fallita ricostruzione dell’Iraq. Perciò ripropongo la domanda al nuovo presidente: perché non aprire un’indagine ufficiale? Forse perché la ricerca della verità mette a repentaglio l’armonia bipartisan? L’establishment dei media porse a Bill Clinton lo stesso consiglio: non risvegliare gli scandali sopiti. Ma per proteggere e difendere la Costituzione, come Obama giurerà oggi, il presidente deve far pagare un prezzo a chi l’ha violata.

Paul Krugman

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