domenica 11 gennaio 2009

Il problema dei corridoi

Quello promesso da Ehud Olmert è un "corridoio umanitario" oppure un corridoio militare? In questo articolo a firma Dallas Darling, che vi propongo nella mia traduzione, l'autore mette in luce i veri scopi della proposta del primo ministro israeliano, evidenziando come il corridoio promesso sia posto in realtà sotto il diretto controllo dell’esercito israeliano e funzionale agli interessi di pochi. L’acuta analisi dello storico e giornalista americano aiuta per altro a comprendere le difficoltà in cui operano le organizzazioni umanitarie. L'articolo è tratto dal Middle East online.


Potrà sembrare strano, ma mi sono sentito un po’ turbato quando il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha affermato che avrebbe consentito un “corridoio umanitario” nella Striscia di Gaza. Forse la mia perplessità risale indietro al Corridoio polacco e al modo in cui Adolf Hitler lo usò per dare inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo la prima Guerra mondiale, gli Alleati tolsero il Corridoio polacco dal territorio della Germania dando alla Polonia l’accesso a Danzica, un porto sul Baltico. Dopo che Hitler ebbe riarmato la Germania e incorporato la Renania, i Sudeti, l’Austria, e la Cecoslovacchia, chiese il corridoio polacco. Quando la Polonia si rifiutò, Hitler usò il corridoio, che avrebbe dovuto liberare e garantire la sicurezza ai tedeschi di Danzica che “soffrivano”, come pretesto per invadere e conquistare la Polonia.

Nella storia ci sono stati molti corridoi. Il problema dei corridoi, tuttavia, è che normalmente riguardano il potere e il controllo. I corridoi hanno sconvolto e distrutto le vite dei Molti, mentre tipicamente hanno portato beneficio solo ai Pochi e ai loro disegni politici, economici e militari. Per esempio, Roma usò la Via Appia come corridoio che attraversava l’Europa per soffocare le rivolte di schiavi e le ribellioni. L’Europa stabilì un corridoio attraverso l’oceano Atlantico che trasportava (e uccideva) milioni di schiavi africani. Gli Stati Uniti hanno costruito un corridoio di ferrovie che attraversava il Nord America arricchendo i monopolisti e i banchieri a spese delle popolazioni indigene. La stessa cosa è accaduta in Africa e in Asia a vantaggio della Gran Bretagna, della Francia, della Spagna e del Portogallo.

Quando furono costruiti i canali di Suez e Panama, migliaia di persone furono trasferite. Questi corridoi, che avvicinano oceani, mari e abitazioni a numerose basi militari, hanno causato molto spargimento di sangue attraverso innumerevoli combattimenti navali e interventi militari. Sono stati usati per imporre il blocco e far morire di fame colonie dipendenti che cercavano di guadagnare la loro libertà. Sono stati impiegati per soggiogare protettorati che tentavano di seguire la via dell'auto determinazione. Ci sono poi quei corridoi naturali che sono gli stretti, come Hormuz, Malacca, Gibilterra, Taiwan, e i Dardanelli. Sul fondo di questi stretti si trovano relitti sommersi con eserciti, nazioni e società apolidi. L’attuale progetto di un corridoio via terra trans asiatico, che l'esercito americano sta costruendo attraverso l'Eurasia, costituisce un'altra grande preoccupazione. E' già costato milioni di vite.

Ma quello che mi preoccupa ancora di più sono i corridoi invisibili. Sono i corridoi dell’odio, della presunzione di superiorità, dell’ignoranza, del razzismo e dell’ingordigia. Sfortunatamente questi corridoi albergano nei cuori e nelle menti dell’uomo. Sono corridoi che decidono chi deve vivere e chi deve morire. Producono eventi come pogrom, genocidi e olocausti. Sono corridoi elitari e possono essere attraversati soltanto dai Pochi. Sono le “guerre simulate”, o il momento in cui le nazioni si riarmano tranquillamente preparandosi per la guerra e portano gli apparati militari in posizione per il prossimo atto di aggressione. Sono i corridoi che spezzano i movimenti che ricercano ardentemente la pace attraverso la giustizia e distruggono le piccole strisce di terra dove la gente vive in aree densamente popolate.

Quando Israele ha lanciato la sua invasione a Gaza, ha immediatamente stabilito un corridoio che attraversa nel mezzo la Striscia di Gaza. Molti del milione e mezzo di abitanti della Striscia di Gaza ora sono senz'acqua, cibo, corrente elettrica e medicine. Le foto dei cadaveri (compresi centinaia di bambini) e le storie di neonati affamati ritrovati vivi accanto ai corpi senza vita delle proprie madri sono orribili. Mentre il numero dei morti supera quota 800 e oltre 3000 abitanti di Gaza giacciono negli ospedali, nell’obitorio o sotto le macerie delle loro abitazioni distrutte, il primo ministro Ehud Olmert ha promesso un “corridoio umanitario.” Ha detto che sarà controllato dalle Forze della Difesa israeliane (IDF) e che sarà “periodicamente” permesso agli aiuti umanitari di arrivare a Gaza. Ma se è gestito dall’IDF, non è forse un altro “corridoio militare”? E quanto potra essere umanitario un simile corridoio? Chi vi avrà accesso? Porterà beneficio ai Molti (gli abitanti di Gaza)? E, infine, qual è il pretesto?

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