giovedì 15 gennaio 2009

Le prospettive incerte della pace

Mentre la diplomazia guadagna spazio e lascia intravdere qualche spiraglio, l’eccidio a Gaza non si ferma e il bilancio supera le 1000 vittime dell’inizio dell’offensiva. Israele bombarda un complesso dell’ONU. I vertici dell’esercito israeliano ammettono che Hamas non è stato sconfitto.

Stamattina un mediatore di Israele ha raggiunto il Cairo per ascoltare la proposta formulata durante i colloqui tra Egitto e Hamas, proprio mentre l’esercito di Israele sta portando la sua offensiva nel cuore di Gaza. L’Egitto sta svolgendo un ruolo di mediazione per raggiungere una tregua, poiché Israele si è rifiutato di trattare direttamente con Hamas.

I diplomatici egiziani avevano affermato ieri che una tregua è più vicina, ma intanto la guerra a Gaza continua e il bilancio ha superato le 1000 vittime. Delegati di Hamas stanno negoziando al Cairo con i mediatori egiziani e vorrebbero la tregua, ma restano alcuni punti di disaccordo, per esempio se il cessate il fuoco debba essere temporaneo o meno, quando Israele riaprirà i checkpoint e chi dovrebbe sorvegliare il confine di Gaza con l’Egitto per arrestare il contrabbando d’armi. Secondo Associated Press la strada potrebbe essere quella di un cessate il fuoco di 10 giorni, che consentirebbe di arrestare l’emergenza umanitaria e dare spazio alla diplomazia. A Parigi, il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner ha detto che "qualcosa si sta muovendo” nei negoziati, che la Francia ha contribuito ad avviare collaborando con l’Egitto. Le prospettive di pace restano tuttavia incerte e anche il fronte di Hamas appare diviso.

Secondo quanto riporta il Washington Post, Salah al-Bardawil, per esempio, un membro della delegazione di Hamas, ha espresso i suoi dubbi sul fatto che Israele voglia davvero ritirare i suoi carri armati e le sue truppe. Comunque sembra che l’accordo tra l’Egitto e Hamas ci sia. Ora resta da vedere in che modo Israele lo accoglierà e questo lo si potrà sapere nelle prossime ore. Anche il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, che si è incontrato con i mediatori egiziani, ha affermato che spingerà affinché Israele e Hamas rispettino la risoluzione dell’ONU che ha disposto il cessate il fuoco.

Mentre la diplomazia sembra guadagnare spazio, la guerra continua e stamattina l’artiglieria di Israele ha distrutto un quartier generale dell’ONU dove si trovavano anche delle scorte di combustibile che dovevano servire per consentire i soccorsi, suscitando le accese proteste dello stesso Ban-Ki-moon, che ha domandato di aprire un’inchiesta sull’episodio.

Le prospettive della pace rimangono incerte, anche in ragione del fatto che, mentre l’offensiva militare di Israele con ogni probabilità non riuscirà a distruggere Hamas come si proponeva, la violenza smodata e l’efferatezza nei confronti dei civili sortiranno un carico d’odio da parte palestinese che difficilmente potrà estinguersi rapidamente. Esponenti dell’esercito israeliano hanno ammesso per la prima volta in queste ore che l’offensiva non è riuscita a stroncare Hamas, anche se lo ha indebolito. Nel linguaggio diplomatico, anche al netto dell’arroganza di parte israeliana significa: fiasco totale. Il che rende ancor più insopportabile il massacro di civili, che al momento, malgrado gli sforzi diplomatici, non accenna a fermarsi.

2 commenti:

Antonio Candeliere ha detto...

ottima analisi

Ribellula ha detto...

Ciao Antonio,
grazie per la visita e per l'apprezzamento.