venerdì 27 febbraio 2009

Sta emergendo la forma finale del mercato energetico europeo: un oligopolio

Un articolo dell'Economist riflette sullo scenario che si prospetta per il mercato energetico europeo: un oligopolio formato da pochi colossi transnazionali.

Dopo anni di battaglie legali, orgoglio ferito e compromessi per salvare la faccia, l’odissea di Endesa, una utility spagnola, ed Enel, un gigante energetico italiano, è arrivata alla sua conclusione il 20 febbraio. È cominciata quando il governo spagnolo ha provato ad architettare una fusione di Endesa con un’altra utility spagnola, Gas Natural, nel tentativo di creare un colosso nazionale. Il risultato finale, comunque, è che Endesa è ora di proprietà dell’ Enel, la principale compagnia energetica italiana. Una lezione è chiara: i tentati dei politici di creare colossi energetici possono avere conseguenze inattese e far apparire stolti i governi in questione.

Nel 2005-06 Endesa ha scongiurato il maldestro tentativo di fusione con Gas Natural operato dal governo spagnolo. Fiutando l’opportunità, E.ON, un gigante energetico tedesco, fece un’offerta per Endesa nel 2006. La Spagna fece tutto il possibile per difendersi da E.ON, spingendo la Commissione europea a intervenire. Alla fine Enel ha ottenuto Endesa portando nell’affare un partner spagnolo, Acciona, per placare i sentimenti locali. È degno di nota il fatto che l’Enel, che ha acquistato il 67% delle azioni di Endesa, ha permesso ad Acciona di mantenere il controllo del voto della compagnia spagnola. Questo compromesso si è rivelato disastroso: le due aziende si sono scontrate sulle scelte strategiche e Endesa ha sofferto di una mancanza di direzione. Questa settimana Enel ha assunto a tutti gli effetti il controllo di Endesa acquistando il 25% del pacchetto azionario di Acciona per 11,1 miliardi di Euro.

La Spagna lamenta che, mentre il governo privatizzò Endesa nel 1997-98 allo scopo di migliorarne l’efficienza e ridurre i prezzi dell’elettricità, l’azienda è ora caduta nuovamente nelle mani di un governo — l’Enel è posseduta al 31.2% dallo Stato italiano. Xavier Vives della IESE Business School dubita che ci possa essere un mercato equo per il controllo aziendale finché alcuni governi europei avranno partecipazioni nelle aziende energetiche e altri no. La Spagna ha fallito nel suo tentativo di creare un colosso nazionale, con il risultato che il colosso di un altro Paese è diventato molto più forte sul mercato europeo. “Gli spagnoli hanno tutte le ragioni di sentirsi beffati,” dice Dieter Helm, un economista dell’energia dell’università di Oxford.

Un’altra questione è la separazione o “spacchettamento” della produzione e della trasmissione energetica. Alcuni Paesi, come la Spagna, l’Olanda e la Gran Bretagna, hanno proceduto più spediti di altri, come Francia e Germania, nello “spacchettare” le loro compagnie energetiche. Gli “spacchettati” pensano sia scorretto per le aziende integrate verticalmente con una potenza di fuoco superiore arrivare e accaparrarsi le aziende spacchettate più piccole. Lo scorso ottobre la commissione europea ha inserito nella bozza di un pacchetto per la liberalizzazione dell’energia una nuova clausola sul “level playing field” la versione finale della quale sarà adottata quest’anno, per consentire ai paesi che hanno completamente spacchettato di bloccare le acquisizioni da parte di compagnie con una maggiore integrazione verticale. Il commissario dell’Unione europea per l’energia, Andris Piebalgs, ha commentato che il governo spagnolo avrebbe potuto usare questa clausola per giustificare il blocco dell’offerta di E.ON per Endesa, ma ha aggiunto che i tribunali avrebbero potuto non accettare l’argomento (E.ON aveva deciso di spacchettare le sue operazione di trasmissione qualche tempo dopo aver fatto la sua offerta Endesa).

C’era un’altra rilevante acquisizione energetica europea questa settimana. Vattenfall, la maggiore utility nella regione nordica, ha acquistato l’unità di produzione e fornitura di Nuon, un’azienda energetica tedesca, per 8,5 miliardi di Euro. E ci sono state altre recenti operazioni. A gennaio RWE, un gigante tedesco, ha deciso di acquistare un’altra azienda tedesca, Essent, per 9,3 miliardi di Euro. Questo mese il governo spagnolo ha inoltre ventilato la fusione di Gas Natural con Union Fenosa, che darà vita a un piccolo colosso nazionale. Con queste operazoni, secondo gli analisti, il consolidamento tra le aziende energetiche europee scatenato dalla liberalizzazione del settore sta per avere fine. Ad eccezione di Scottish and Southern e Centrica, due compagnie britanniche, ci sono pochi obiettivi rimasti.

Quale sarà il risultato? Dopo alcuni anni di acquisizioni e fusioni frenetiche, l’Europa è dominata da pochi giganti transnazionali, come la francese EDF, che è di proprietà dello Stato francese per l’85% , le tedesche E.ON e RWE, ed Enel. Alcuni paesi hanno potenti colossi; altri, come Spagna e Olanda, no. Questo potrebbe non avere conseguenze sulla competizione all’interno dei mercati—da un punto di vista nazionale, due utility straniere che acquistano Essent e Nuon è una soluzione migliore di una fusione tra le due aziende tedesche, come hanno pensato di fare non molto tempo fa—ma a livello europeo, il consolidamento e la concentrazione potrebbero far lievitare i prezzi dell’energia, secondo gli analisti. “Il mercato del gas e dell’energia è un oligopolio che assomiglia molto al mercato del petrolio—qualcosa di molto diverso da quello che avevamo immaginato,” afferma Helm.

("Power Games", The Economist, 26/2/2009, trad. mia)

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