martedì 21 aprile 2009

Il berlusconismo come pensiero egemone


Il PD si è palesato, nel complesso, come un fenomeno interno, e non oppositivo, al berlusconismo.

In effetti, una delle cose più sorprendenti è che tutto quanto è accaduto in Italia negli ultimi 15 anni è stato trasformato dal cavaliere in un vantaggio politico.

Il berlusconismo si è rivelato in ultima analisi una spugna capace di assorbire a ricomprendere ogni cosa. Non è forse in questo modo che un pensiero diventa egemone?

Assorbire, e anche risemantizzare (un passaggio del resto necessario per assorbire, e qui si veda il fondamentale lavoro apologetico del berlusconismo svolto dal revisionismo storico dei vari Vespa, i cui “frutti” sono ogni giorno più visibili: si vedano le incresciose dichiarazioni di La Russa sul 25 Aprile).


Che cosa, in particolare, il berlusconismo ha riassorbito? Un piccolo elenco:

La difesa del “merito”. Il “post-fascismo”. Il culto della personalità del capo, solo aggiornato alla luce della “leggerezza” imposta dall’era della televisione. I difetti dell’italiano medio. Il moralismo cattolico di facciata.


Sull’ultimo punto: il berlusconismo è chiaramente incompatibile con un cristianesimo autentico (o, più semplicemente, con qualunque cosa autentica); in compenso, ha dimostrato di sapersi sposare alla perfezione con il cattolicesimo di facciata, con perbenismo, perdonismo ecc.


I servi giammai padroni di se stessi lo ammirano, perché gli animi servili ammirano chi vince indipendentemente da come vince. Compendio di ogni arrivismo, egli suscita l’emulazione dei mediocri.


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