domenica 28 giugno 2009

Gli italiani, il maschilismo e la brutta figura

Sono rimasto indietro di qualche commento interessante della stampa inglese sulle vicende italiane - anche se le critiche sono ormai, nell'imminenza del vertice del G8, sempre più incalzanti e dar conto di tutte è diventata un'imprersa immane.
Comunque, su Stampa Estera ho fatto una breve rassegna dell'ultima settimana, publico in rapida sequenza alcuni passaggi che, al solito, mi sembrano più interessanti per il taglio di analisi politico-culturale. Comincio con un articolo apparso qualche giorno fa sul Times, a firma Sarah Vine. Non sono sicuro di condividerne l'analisi in tutti i passaggi, ma nel complesso mi pare sollevi importanti spunti di riflessione.



B. è un’esasperazione del maschilismo italiano


E che dire del ruolo della donna italiana?? Nell’essenza, l’Italia è una delle poche società matriarcali rimaste in Occidente, un Paese dove le donne, ben lungi dall’essere le vittime, incapaci e sfruttate, della supremazia predatoria maschile, sono al centro delle principali decisioni della vita di tutti i giorni.


Dalle piccole aziende a conduzione familiare fino agli imperi mondiali della moda, sono tanto potenti e di successo quanto lo sono ovunque, se non di più. Semplicemente, se ne occupano in maniera differente.


Il gioco di potere latente riguarda che cosa sia davvero il femminismo in Italia.Non è, infatti, femminismo nel senso tradizionale della parola, ma un trionfo del femminile.
Diversamente dalla Gran Bretagna, che per tradizione è una società genuinamente patriarcale, l’Italia si è sempre trovata più a suo agio con l’idea della donna forte. Non necessariamente in pubblico, ovviamente — ma in privato, ragazzi, esiste eccome. Nelle piccolo aziende familiari, sono spèsso le madri e le figlie che prendono le decisioni importanti mentre i figli guidano le macchine veloci e si pavoneggiano in giro elegantemente vestiti


Dietro a ogni uomo di successo italiano c’è una madre, una sorella o una moglie scaltra, che controlla i suoi conti e tiene costantemente gli occhi aperti per evitare problemi.


Pensa a queste donne, se ti piace, come a delle leonesse: fieramente protettive, eminentemente capaci, terribili se provocate ma,per qualche ragione ancestrale, abbastanza felici di permettere ai loro machi inetti di mentire tutto il giorno alla luce del sole(…)


Ah si, quasi vi sento dire, ma cosa dire del fatto che così tante donne italiane si mostrano vestite come conigliette di Playboy? (…) Strano? Non direi, molto semplicemente molte donne italiane sono così (da questo punto di vista vivere in Gran Bretagna è molto più semplice: puoi indossare scarpe senza tacco al lavoro). Ma posso assicurarvi una cosa: non lo fanno per I loro uomini. Lo fanno per se stesse.


E allora, tornando a Berlusconi. Un uomo sciocco e anziano, viziato da un’intera nazione di uomini viziati e donne viziate. In un Paese dove la politica è spesso un affare sinistro e mortale (vedere Il Divo,il film di Paolo Sorrentino del 2008, sulle connessioni con la mafia di uno dei predecessori di Berlusconi, Giulio Andreotti, su questo aspetto), un po’ di patetica spazzatura potrebbe sembrare semplice da superare.


In ogni caso, sospetto che questa l’Italia non la lascerà passare. Perché c’è una cosa che gli italiani non possono sopportare. Già tutti i giornali italiani ne stanno parlando, e la cosa diverrà ancor più ineludibile mano a mano che si avvicina il vertice del G8 a L’Aquila il mese prossimo: l’umiliazione da parte dei media esteri. Uno scandalo di Mafia ha almeno un certa dignità cinematografica; ma essere sorpreso con i pantaloni abbassati davanti al mondo intero è soltanto una gran brutta figura. E questo, in Italia, è un peccato davvero imperdonabile. (…)


(The Times, 22/06/2009)

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