A leggere le molte analisi che la stampa estera propone in questi giorni si è assaliti dall’amarezza per l’immagine dell’Italia che ne emerge. Potremmo avere la tentazione, leggendo alcuni commenti, di dire che è un’immagine per alcuni aspetti falsante, non priva di qualche stereotipo, quella dell’Italia degli scandali del sesso e del potere, cafona e sguaiata. Ma non possiamo prendercela con la stampa estera: il quadro che viene dipinto, purtroppo, è impietoso ma realistico, è lo stesso che la televisione ha consacrato a modello egemone decretando il trionfo della civiltà dell’intrattenimento e la sua funzionalità a un preciso progetto di persuasione politica.
Qualche sera fa ne parlavo con un amico, osservavamo che la "rivoluzione culturale" c’è già stata. Ma non ha preso la direzione lungamente vagheggiata a Sinistra: è stata fatta, piuttosto, dalle televisioni commerciali, non meno che dal cinema dei Vanzina e dal revisionismo (pseudo)storico dei vari Bruno Vespa.
Non sono, dunque, la stampa e l’opinione pubblica estere ad avere dell’Italia un’immagine stereotipata. È, al contrario, il berlusconismo (inteso come fenomeno non solo politico ma culturale) ad aver sdoganato i peggiori stereotipi dell’italianità.
Certo, esiste un’altra Italia, quella di cui non ci vergogniamo affatto, anzi. Accanto all’immagine di uomini & donne che la televisione ha normalizzato e che gli scandali della politica stanno mostrando con forza al mondo, esistono una moltitudine di uomini e donne che non hanno nulla a che vedere con il modello egemone; una parte certamente non marginale né tantomeno rassegnata, ma che oggi appare quasi ridotta al silenzio.
Su quest’altra Italia mi è piaciuto molto quanto ha scritto stamattina Massimo Gramellini su
(Grazie a Nino)
Come portavoce autonominato della Opposizione Estetica, mi permetto di esprimere tutto il mio sommesso disgusto per il prototipo di donna che emerge dagli scandali di queste settimane, che è poi la stessa donna che vediamo paparazzata nelle feste della Roma Cafona o issata sui troni di cartapesta di certi programmi televisivi. Bella di una bellezza vistosa e ritoccata. Vestita e truccata come la maschera di un trans. Aggressiva, sgangherata, ignorante. Non so per quale ragione certi uomini di potere abbiano una predilezione per lei. Immagino perché non li mette in discussione. È una donna-sofà, a cui il potente si rivolge per scaricarsi e rilassarsi, con lo stesso spirito con cui davanti alla televisione preferisce una gara di rutti a un programma di storia. So però che sopravvive un altro genere di maschi e che a questi maschi continua a piacere l’altra donna. Quella che non sghignazza, ma sorride. Che non mostra, ma allude. Che non seduce con le microgonne, ma con gli spacchi. Che conserva intatto il mistero femminile e intriga l’uomo che cerca di entrarvi in comunione. Che non si rifà, ma ha cura di sé: E sa coltivare sogni più larghi di una passerella scosciata in tv.
Di quest’altra donna i media non parlano più, al punto che qualcuno è arrivato a preconizzarne la scomparsa. Mai la realtà fu così lontana dalla rappresentazione. L’altra donna esiste e cammina ogni giorno davanti a noi. A scuola, in famiglia, in ufficio, sul tram. Basta solo ripulire un po’ lo sguardo per riuscire a cogliere la sua meraviglia.
(Massimo Gramellini)
4 commenti:
Io, sin qui, Gramellini lo sto stimando davvero.
I suoi corsivi mi trovano sempre divertito e coinvolto.
In questo caso, ha detto quello che pesno con parole mie.
Ottimo, ottimo.
Sono contento. Speriamo che prima o poi diriga qualche cazzo di giornale suo, che non ne posso più di questi mostri.
ehehe immagino che quando scrivi "con parole mie" non sia un lapsus... in effetti ravviso una certa somiglianza di stile oltre che di intenti, forse anche per questo vi seguo entrambi (te e Gramellini) sempre con interesse.
A dire il vero, su Gramellini c'è da dire che a volte scrive delle cose meravigliose, altre volte mi chiedo se sia la stessa persona. Ma tutto sommato, ci sta anche questo.
pp
chi è Gramellini?
Cara Giada,
Massimo Gramellini è un giornalista che scrive su "La Stampa", dove tiene una rubrica fissa, "Buongiorno".
pp
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