domenica 21 giugno 2009

Il black-out in onda sul Tg1

Venerdì mi è capitato di vedere l’edizione delle 13 del Tg1 e sono rimasto allibito: unilaterale, propagandistico, assolutamente vergognoso. Non ci sono altre parole.

Riporto, al riguardo, un’analisi di Giovanni Valentini su Repubblica di ieri, e aggiungo un commento di Michele Serra sul momento politico attuale.

Il black-out in onda sul tg

Giovanni Valentini

Il Censis di Giuseppe De Rita non ha fatto in tempo a documentare all’indomani delle ultime elezioni europee che il 70 per cento dei cittadini italiani si forma un’opinione atraverso i telegioranli ed ecco che il Tg1 del neo direttore Augusto Minzolini, preoccupato evidentemente di quell 30 per cento superstite, mette il black out sulle notizie scomode per il governo: prima, la protesta dei terremotati abruzzesi davanti a Montecitorio; poi, gli sviluppi dell’inchiesta di Bari sulle ragazze ingaggiate per i festini del presidente del Consiglio. Ommissioni e occultamenti che si configurano come una censura di regime, degna del Minculpop, chiamando in causa non solo il vertice della Rai, ma anche la commissione parlamentare di Vigilanza e le Autorità di garanzia sul Mercato e sulle comunicazioni.

(…)

Michele Serra

(da: L'Amaca)

Il momento è grave. E, nonostante la materia del contendere strappi più di una risata, persino serio. Ma la domanda è sempre la stessa: quel misterioso insieme che chiamiamo “Italia” che pensa di tutto questo? Che cosa vede: solo storielle di letto, come i media che difendono il signor B. cercano sempre più disperatamente di sostenere, o una crisi di Stato, come sarebbe ovunque nel mondo civile, e come pare a noi minoranza politica e probabilmente anche minoranza culturale? Vede un complotto del Pd (come se il povero Pd avesse la forza di complottare contro altro che non sia se stesso), oppure vede l’inevitabile inciampo (auto provocato) del trinomio soldi-sesso-potere che ha dilagato negli ultimi vent’anni senza limiti e senza freni?

Fino a che non sapremo la risposta a questa domanda (che non è né di destra né di sinistra: è una domanda sullo stato mentale di un popolo), non c’è molto da gongolare. Perché se l’eventuale tramonto del signor B sarà recepito dalla maggioranza degli italiani come un’ingiusta trappola tesa dalla lobby degli invidiosi, nella sostanza avrà vinto lui ancora una volta. E ne verrà uno non dico peggiore (è impossibile), ma pronto a rimettere insieme i cocci infetti del suo sistema di dominio.

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