Se Grillo dovesse veramente candidarsi alle primarie del PD come ha annunciato e, poniamo, vincerle, il paradosso di questo strano Paese sarebbe compiuto: avremmo un comico a capo del governo e un altro comico a capo dell’opposizione.
A questo punto non c’è più limite alla commistione tra realtà e fantapolitica. Si può immaginare la formazione di una terza forza capeggiata da Christian De Sica.
Intendiamoci, così come sono enunciate, alcune battaglie promosse da Grillo sono condivisibili. Il guaio è che Grillo è un demagogo e i demagoghi fanno male alla democrazia.
Una volta Borghezio, con sfacciata e brutale sincerità, disse: “Grillo scuote gli alberi, noi passiamo a raccogliere i frutti.” Il senso di questa affermazione è chiaro a chiunque voglia capirlo.
Questo non significa che l’operazione di Grillo sia consapevole, perché spesso l’effettività di un progetto culturale può sfuggire ai suoi stessi artefici. Significa piuttosto che Grillo ha contribuito a diffondere quello stesso virus del qualunquismo dal cui grembo è nato. E i frutti, appunto, li ha raccolti la destra.
E poi, come si fa a fidarsi di uno che non più di due anni fa, all’indomani di quel V-Day che è icona del qualunquismo e dell’antipolitica, aveva dichiarato che non si sarebbe mai candidato e che oggi, puntualmente, si candida?
Questo detto & contraddetto senza troppi scrupoli, non ricorda forse qualcuno?
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