Riporto di seguito, nella mia traduzione, un articolo di EU Reporter che mostra, una volta in più, come dall’estero, e certamente non solo da parte di media orientati a sinistra, la situazione italiana venga considerata come un’anomalia nel panorama delle democrazie; quest’articolo, in particolare, esprime la viva preoccupazione per lo stato di salute dell’informazione; si ricorda il rapporto di Freedom House, secondo il quale “l’Italia è l’unico Paese dell'UE,ad eccezione dei nuovi entrati Romania e Bulgaria, la cui stampa non è classificata come libera”; si chiamano a conferma di questa valutazione i dati di un rapporto dell’Open Society Institute, realizzato a Marzo; infine, ci si domanda, con riferimento alle recenti dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo: “Se nemmeno i giornalisti che lavorano per il Vaticano possono lavorare senza venire intimiditi, allora che speranza c’è per chiunque altro?” (ppc)
Ad ulteriore riprova che l’attuale governo italiano farà tutto il possibile per fare pressione o ridurre al silenzio i suoi critici, il combattivo presentatore del popolare programma di attualità Annozero, Michele Santoro ha dichiarato che gli ostacoli che sta incontrando sulla sua strada sono tali come “non ne ha mai incontrati da quando lavora in televisione”.
Considerando che Santoro ha lavorato in televisione dentro e fuori per circa 25 anni, possiamo davvero credergli.
In una lettera spedita ieri alla direzione dell’emittente televisiva di Stato RAI, Santoro si lamenta che a sole due settimane dall’inizio della nuova serie di Annozero, non è ancora stato firmato un solo contratto con nessuna persona che lavora nello show.
Tra queste anche la star del programma, il giornalista d’inchiesta Marco Travaglio, costante spina nel fianco dell’amministrazione Berlusconi e vincitore quest’anno del premio per la libertà di stampa dall’associazione dei giornalisti tedeschi.
In un Paese dove il primo ministro possiede o controlla quasi un monopolio delle notizie televisive, Annozero è uno dei pochi programmi in televisione che indaga e interroga,sulle azioni del governo.
Santoro è chiaramente un osservatore non imparziale dei fatti, avendo lavorato come eurodeputato per il principale partito di opposizione italiano, in ogni caso è largamente considerato una rinfrancante voce di dissenso in un oceano di notizie omologate.
Il suo programma è molto seguito e ha realizzato uno share del 16.7% con la sua prima serie.
In ogni caso, potrebbero prevalere le logiche commerciali. Dopotutto, la RAI manda in onda pubblicità pur essendo una televisione di Stato. Comunque questo non è un esito scontato.
Secondo Freedom House, l’Italia è l’unico Paese dell'UE,ad eccezione dei nuovi entrati Romania e Bulgaria, la cui stampa non è classificata come libera. Freedom House riferisce regolarmente di interferenze nei confronti dei media e intimidazioni verso i giornalisti.
Questa valutazione è confermata da un rapporto dell’Open Society Institute, realizzato a marzo, che condanna la situazione dei media in Italia come una farsa.
A Santoro potrebbe ancora essere garantito un altro programma; è consapevole che il governo Berlusconi deve prendere sul serio le sue obiezioni, per non dare adito a un numero crescente di critici.
Ma per altri giornalisti il presente sembra molto meno promettente.Diversamente da Santoro, che è un politico tanto quanto un giornalista, non possono contare su una rete di protezione politica.
Per altro, anche la rete di protezione politica potrebbe non essere sufficiente. Una settimana fa, l’editore di Avvenire, il quotidiano portavoce del Vaticano,si è dovuto dimettere dopo un’aspra campagna personale rivolta contro di lui da Il Giornale, il quotidiano di proprietà del fratello di Berlusconi. Se nemmeno i giornalisti che lavorano per il Vaticano possono lavorare senza venire intimiditi, allora che speranza c’è per chiunque altro?
Fonte originale: EU Reporter, 9/9/2009
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