Circa una settimana, per la prima volta il premier aveva implicitamente ammesso la sua sopraggiunta debolezza; lo aveva fatto per bocca, o meglio attraverso la penna, dell’avvocato dello Stato Glauco Nori, che nella memoria depositata alla Corte Costituzionale in vista dell'udienza del 6 ottobre prossimo, quando la Consulta sarà chiamata ad esprimersi sulla costituzionalità del lodo Alfano, aveva scritto che, in caso di pronunciamento di incostituzionalità, "ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con l'impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni. In ogni caso con danni in gran parte irreparabili".
Credo non possa esistere alcun dubbio che, se B. dovesse davvero arrivare a dimettersi, la strategia, ormai personale e patologica più che politica, sarà quella di cercare di accreditarsi come vittima di un infame complotto tutto teso a rovesciarlo.
Nella veste di esecutore di questa prevedibile strategia - prevedibile perché ha il marchio di fabbrica berlusconiano e inoltre di un B. che ormai si sente alle strette - ecco il ministro Brunetta, che ormai senza remore di sproloquiare parla di “colpo di stato” delle elite di sinistra; "Ci sono elite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di stato", ha ha prseguito il ministro, parlando oggi al convegno del Pdl a Cortina d'Ampezzo, secondo quanto hanno riportato radio e tg.
"Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione, e questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita".
E ancora, dopo aver distinto le due sinistre, il ministro si è rivolto a quella "per bene": "Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra per bene: liberatevi di questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza, di questo cattivo sindacato, di questi cattivi gruppi editoriali".
Quanto alla sinistra "per male", Brunetta non usa mezzi termini: “muoia ammazzata”.
Quella che si è intensificata nelle ultime settimane, con dichiarazioni di questo tenore e con gli strali lanciati a mezzo stampa dal fido Feltri, è una vera e propria strategia del ribaltamento: si cerca di far passare per vittima un premier eversivo; colui il quale ha scardinato l’equilibrio tra i poteri e intaccato la loro autonomia, primo fondamento di ogni democrazia, è presentato come oggetto di un complotto teso a rovesciarlo. È una strategia che però dimostra non solo la debolezza della posizione del premier, ma anche la sopraggiunta consapevolezza di questa debolezza.
Credo non possa esistere alcun dubbio che, se B. dovesse davvero arrivare a dimettersi, la strategia, ormai personale e patologica più che politica, sarà quella di cercare di accreditarsi come vittima di un infame complotto tutto teso a rovesciarlo.
Nella veste di esecutore di questa prevedibile strategia - prevedibile perché ha il marchio di fabbrica berlusconiano e inoltre di un B. che ormai si sente alle strette - ecco il ministro Brunetta, che ormai senza remore di sproloquiare parla di “colpo di stato” delle elite di sinistra; "Ci sono elite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di stato", ha ha prseguito il ministro, parlando oggi al convegno del Pdl a Cortina d'Ampezzo, secondo quanto hanno riportato radio e tg.
"Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione, e questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita".
E ancora, dopo aver distinto le due sinistre, il ministro si è rivolto a quella "per bene": "Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra per bene: liberatevi di questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza, di questo cattivo sindacato, di questi cattivi gruppi editoriali".
Quanto alla sinistra "per male", Brunetta non usa mezzi termini: “muoia ammazzata”.
Quella che si è intensificata nelle ultime settimane, con dichiarazioni di questo tenore e con gli strali lanciati a mezzo stampa dal fido Feltri, è una vera e propria strategia del ribaltamento: si cerca di far passare per vittima un premier eversivo; colui il quale ha scardinato l’equilibrio tra i poteri e intaccato la loro autonomia, primo fondamento di ogni democrazia, è presentato come oggetto di un complotto teso a rovesciarlo. È una strategia che però dimostra non solo la debolezza della posizione del premier, ma anche la sopraggiunta consapevolezza di questa debolezza.
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