sabato 5 settembre 2009

Un potere dello Stato contro la stampa libera

Pubblico di seguito un comunicato della Società Pannunzio per la libertà d'informazione, con il quale si annuncia la partecipazione ad iniziative, più che mai necessarie, a tutela della libertà d'informazione e d'espressione, fortemente a rischio per via dell'uso intimidatorio della querela per diffamazone, come si legge nel comunicato, da parte di un potere dello Stato - il premier, che di fatto controlla il Giornale - nei confronti di Republica e de L'Unità.

Invito a leggere e a diffondere. (ppc)


La Società Pannunzio per la Libertà d’Informazione sottoscrive e fa suoi tutti gli appelli per la libertà di stampa promossi in questi giorni in solidarietà dei quotidiani “La Repubblica” e “L’Unità”. Annuncia che nei prossimi giorni parteciperà ad iniziative di sostegno alla libertà d’Informazione, con la riserva di agire successivamente presso l’Ordine Nazionale dei giornalisti a tutela del diritto dei lettori, evidentemente leso, e per l’accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico dei giornalisti.

Nei casi “Repubblica” e “Unità”, siamo chiaramente di fronte all’uso intimidatorio dello strumento della querela per diffamazione, rivolto da un potere dello Stato contro la libera stampa. Fatto inaudito nei paesi civili del vecchio come del nuovo continente. Constatiamo amaramente che ciò ha come teatro una situazione di
conclamato monopolio e di irrisolto conflitto di interessi .

Nel merito del caso Feltri-Boffo, la Società Pannunzio evidenzia:


1) il nesso diretto azione-ritorsione tra la vicenda Escort presidenziali e la reazione de “Il Giornale”, come riconosciuto persino da esponenti della maggioranza di governo;
2) che il quotidiano “Il Giornale” è formalmente di proprietà di Paolo Berlusconi ma nella realtà è del presidente del Consiglio proprietario di Mediaset, e quindi viola palesemente la logica della legge Mammì che proibisce, non a caso, il cumulo delle proprietà dei giornali con quelle delle televisioni;
3) che nello specifico del servizio giornalistico, non ci troviamo di fronte ad uno scoop, ma alla pura e semplice pubblicazione di una velina anonima proveniente dal sottobosco dei servizi più o meno deviati, passata dolosamente senza alcun controllo redazionale come documento giudiziario. D’altronde, la Società Pannunzio fa notare che “Il Giornale”, sin dal primo giorno della nuova gestione Feltri, con scarsissima sensibilità deontologica, si avvale della penna di un collaboratore dei Servizi reo confesso e radiato dall’Ordine dei Giornalisti: tale “Betulla” alias Renato Farina, attualmente anche parlamentare Pdl.

L’informazione, il giornalismo investigativo e d’inchiesta sono cosa altra. Rimaniamo amaramente convinti oggi più che mai, che tutto questo, ben difficilmente, sarebbe potuto accadere se da troppo tempo l’opposizione non avesse abdicato al suo ruolo ed alle sue responsabilità.

Roma 4
settembre 2009

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