domenica 4 maggio 2008

Borghezio il crociato alla conquista di Tripoli

Vignetta di Antonio Bruno

Saif Al Islam, figlio del leader libico Gheddafi, fa sapere che se Calderoli avrà un ministero nel nuovo esecutivo le conseguenze per i rapporti tra Italia e Libia saranno catastrofiche. La Lega, soprattutto per voce di Borghezio, risponde gettando benzina sul fuoco, usando una retorica aggressiva da guerra santa. Maggioranza e opposizione, oltre a Massimo D’Alema in rappresentanza del governo uscente, stigmatizzano compatte l’intrusione del libico nelle italiche questioni, ma nessuno sembra in grado di mettere la museruola alla Lega. Solo il ministro della Difesa Parisi, il giorno dopo le scaramucce diplomatiche, fa la voce grossa con Bossi, ma solo per chiedergli come si possono conciliare i doveri da ministro con la sue reiterate dichiarazioni anti-italiane. Nessun cenno ai rapporti con la Libia e con l’Islam.

“Le terribili minacce che giungono da Tripoli dimostrano che avevo visto giusto indicando la Libia come regista della strategia di invasione delle coste meridionali del nostro Paese. Per fortuna grazie agli elettori, vi sarà finalmente nel nuovo governo la presenza significativa dei crociati della Lega Nord, in grado di combattere fermamente il pericolo del terrorismo jihadista ed i suoi palesi e occulti sostenitori. L’Italia, grazie anche alla Padania, è un grande Paese e non si farà intimidire da chi semina sentimenti di odio contro di noi, contro la nostra religione e contro la nostra civiltà». (Mario Borghezio)

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