giovedì 8 luglio 2010

Sulla manovra economica il governo pone la 35esima fiducia

"Porre la fiducia è stato un atto di coraggio. Se il governo dovesse andare sotto andiamo a casa".Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, parlando della manovra economica nel corso di un'intervista a Studio Aperto.
"Gli ultimi dati economici - ha affermato il premier - confermano la linea del governo. La ripresa è in corso e sarà tanto più solida grazie a politiche di rigore della spesa e dei conti pubblici".
La presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ha letto le recenti dichiarazioni di Berlusconi sulla fiducia alla manovra e ne trae una convinzione: esse certificano che il governo "é alla canna del gas". "Il Premier - ha spiegato Anna Finocchiaro in una nota - è consapevole che senza questo strumento il governo da lui presieduto non starebbe in piedi. Il PDL ha paura. Siamo di fronte ad una fiducia doppia, già annunciata per Senato e Camera. E questa fiducia non dipende dagli emendamenti dell'opposizione né dal suo ostruzionismo". La senatrice Finocchiaro ha osservato che le opposizioni non hanno fatto nessun ostruzionismo eppure tutte le proposte del Pd sono state ignorate. La spiegazione per Finocchiaro va cercata altrove: il governo ha dovuto preparare un testo blindato che scavalca "le mille lacerazioni, i mille dissidi, le mille richieste che ci sono dentro la maggioranza. Solo così il governo Berlusconi può portare a casa la manovra economica". "E' una fiducia contro la maggioranza. E non contenti di questo - ha aggiunto - inseriscono dentro la manovra tante schifezze come una riforma della procedure civile che grida vendetta. Sono costretti ad inserire una riformicchia dentro la manovra per evitare che la contrarietà a questo provvedimento esploda dentro la maggioranza stessa. Noi insistiamo perché questo emendamento sul processo civile venga stralciato dalla manovra. In tutto questo, con la fiducia, il Parlamento sparisce, sparisce la rappresentanza, spariscono i parlamentari, spariscono i cittadini e i loro interessi. Questa manovra è l'ennesimo bavaglio al Parlamento". I tagli alle Regioni "ammazzano il federalismo, o meglio trionfa quella idea egoista per cui le regioni più ricche faranno fuori le regioni più deboli. E di conseguenza i cittadini delle regioni più deboli avranno meno servizi, meno diritti, meno assistenza". Nessuna contestazione sui saldi della manovra ma le critiche della senatrice Finocchiaro si appuntano sull'idea sbagliata sottesa alla manovra a suo giudizio priva di una qualsiasi strategia e fatta solo "di esercizi tecnici e contabili per far quadrare i conti nel modo più facile, cioé quello di far pagare chi già paga, i lavoratori dipendenti e le fasce più deboli. Nessuna scelta per la crescita, nessuna scelta - è la conclusione di Finocchiaro - di far pagare le grandi rendite e i grandi patrimoni che, invece, in un momento come questo, dovrebbero farsi carico in maniera solidale di un pezzo dei costi della crisi".
Doppia blindatura per la manovra: sul decreto, anche oggi in discussione in commissione Bilancio al Senato, sarà posta la fiducia sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Oggi è prevista la Conferenza unificata Stato-Regioni, in vista dell'incontro di domani tra il premier il ministro dell'Economia ed i governatori.

(ANSA)

Nessun commento: