Il Parlamento europeo è stato teatro, ieri, di un aspro confronto tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.
Nella riunione del Consiglio che doveva parlare di politica estera europea, Sarkozy è stato duramente attaccato per le politiche francesi contro i rom. Le critiche più accese sono provenute dal commissario europeo Viviane Reding, che ha accostato la deportazione dei rom alle pagine più buie del Novecento. L’invettiva della Reding – seguita da scuse ufficiali – è parsa a molti sproporzionata nei toni, se non nella sostanza, e questo ha dato modo a Sarkozy, nel suo discorso, di dichiararsi profondamente offeso “dall’oltraggio che ha ferito tutti i francesi”, pur ammettendo che certamente l’Unione Europea ha il diritto e il dovere di occuparsi della questione. Berlusconi si è prontamente schierato con Sarkozy, il presidente dell’Unione Europea, Barroso, è stato in vece molto freddo con l’inquilino dell’Eliseo.
Le critiche hanno fatto seguito alla dura politica di espulsione attuata da Sarkozy nei confronti dei cittadini di etnia rom. A questo proposito occorre ricordare che tali provvedimenti sono gravemente in contrasto con la legislazione comunitaria sulla libera circolazione delle persone e i rom, giova ripeterlo per chi non lo avesse chiaro, sono cittadini europei. Eppure, forse non molti sanno che esistono 10 miliardi di euro del Fondo sociale europeo per l'inclusione dei rom, che potrebbero essere usati in modo diverso che per pagare il costo dei biglietti aerei per rispedire i cittadini rom d’Europa in teatri ostili dai quali sono fuggiti.
Se le politiche di Sarkozy appaiono, per chi non ha a cuore inutili giri di parole, improntate a un chiaro razzismo e lesive dei diritti umani, per completare il quadro va anche detto che la stessa Commissione europea ha evidentemente la sua quota di responsabilità nella situazione che si è prodotta, come rimproveratole in agosto da Amnesty International.
Sarkozy va per la sua strada e quell’accusa di deportare i rom proprio non gli è piaciuta. Se fosse soltanto una questione di termini, sembrerebbe che non ci si intenda sul significato della parola “deportare” – in italiano suona quasi impronunciabile, l’inglese, per esempio, vi ricorre più facilmente. Ma, abbiate pazienza: se un potere dello Stato prende delle persone da un territorio sul quale si trovano legittimamente, e le manda in un altro contro la loro volontà, le sta deportando, oppure cosa?
2 commenti:
non è che L'europa brilli in quanto a politiche di integrazione sui rom
La Francia sui rom divide l'Europa: lo scontro tra Sarkozy e Barroso.
D'accordo sulle carenze dell'Europa, che ho rilevato anch'io nel mio articolo: "per completare il quadro va anche detto che la stessa Commissione europea ha evidentemente la sua quota di responsabilità nella situazione che si è prodotta, come rimproveratole in agosto da Amnesty International."
Quello su cui non siamo d'accordo è, credo, un certo atteggiamento di fondo alla questione. Io, per intenderci, non ho simpatia per espressioni come "il problema dei rom"; in passato molti erano convinti che esistesse un "problema ebraico". Condanniamo sempre con grande facilità il passato, ma spesso ci manca il necessario senso della prospettiva storica per condannare con la stessa forza il presente.
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