giovedì 7 maggio 2009

Il cavaliere a France 2: in Italia sono contro di me il 90% della stampa e tutte le televisioni

Mentre a casa propria il cavaliere si può trarre d’impaccio andando a Porta a Porta (a molti sarà apparsa semplicemente una variante, e nemmeno troppo difforme, del consueto palinsesto), all’estero i media e la stampa, liberi da lacci e privi di servilismo, non hanno esitato a fare quello che è, semplicemente, il loro lavoro. Che non è certo quello di violare la sfera personale di “Papi”. Ciò che preoccupa, fuori dai sempre più angusti orizzonti della penisola, è il potere personale, la mancanza di un’opposizione efficace e, in effetti, proprio la consapevole rimozione dei confini tra pubblico e privato e l’uso delle televisioni e dell’informazione per aumentare il consenso nei propri confronti.
Forse proprio la preoccupazione per la sua immagine all’estero deve aver spinto il cavaliere a rilasciare un’intervista esclusiva al canale francese France 2. Si può leggere qui:

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_959231847.html

Sarà il caso di commentare qualche passaggio. Non perché rappresenti qualcosa di nuovo. Tutto all’opposto, la litania del cavaliere è sempre la stessa. C’è la solita critica alla stampa e alla televisione, anche le sue, che gli danno contro: “Sempre la stampa e la tv sono contro chi è al potere - aggiunge - e in Italia, contrariamente a quello che si pensa all'estero, lo sono il 90% della stampa e tutte le televisioni, comprese le mie. Tutti vogliono dimostrare di essere indipendenti. E tutti i giorni le tv, anche le mie, dicono qualcosa contro di me”.

Il dato trova una smentita a dir poco clamorosa nello sconcertante rapporto di Freedom House che, quanto a libertà d’informazione, ci assegna un vergognoso 73. posto nel mondo. Questo è dovuto al fatto che la qualità, la serietà e l'indipendenza dell’informazione, specialmente televisiva, in Italia sono seriamente compromessi. Anche quando le reti del cavaliere “parlano male” di lui – ma è chiaro che il margine di sopportazione di Berlusconi nei confronti ogni opinione contraria è sempre più ridotto - tuttavia parlano pur sempre di lui. Il problema è largamente ciò di cui non parlano, il taglio che viene dato alle notizie, l’agenda setting ecc. Tutte cose che gli addetti ai lavori conoscono bene. Stando agli ultimi sondaggi, che gratificano il cavaliere ancora di un largo consenso, un’ampia fetta dell’opinione pubblica, ormai del tutto atrofizzata, sembra esserne molto meno consapevole.

A proposito, ecco un altro passaggio dell’intervista che merita attenzione: i sondaggi: “Tre italiani su quattro sono con me. Ed ho una popolarità del 75%. Non male...", ha dichiarato Berlusconi a France 2. Naturalmente il dato reale è diverso, ma basta a lasciare molto perplessi. Cito dall’agenzia Ansa:

“L'Istituto Ipr Marketing - in un sondaggio commissionato da Repubblica.it all'indomani dell'outing del Cavaliere a Porta a Porta - registra che il premier è riuscito a 'convincere' gli italiani. Un sostegno totale e convinto da parte degli elettori del Pdl (l'89%), robusto da parte degli italiani in genere (il 57%) e vicino alla maggioranza assoluta anche per i cattolici praticanti (il 49%). Al 53% degli italiani Berlusconi ha ispirato fiducia, al 51% è apparso sincero (percentuali che salgono all'88 ed all'86% tra i simpatizzanti del Pdl). Insomma, per l'Ipr la fiducia del 66% degli italiani nel premier sarebbe rimasta invariata.”

Anche al netto dei ben noti vizi di forma dei sondaggi – credo che chi sia stato nauseato da tutta questa vicenda e dalla sua spettacolarizzazione, richiesto di pronunciarsi sulla materia, abbia tendenzialmente mandato a quel Paese il malcapitato intervistatore – sono cifre che fanno pensare. Perché i punti sui quali il cavaliere basa la sua autodifesa non sono nulla di nuovo. Anzi. E, possiamo anche aggiungere, nel caso dell’informazione vanno anche in palese contrasto con il quadro allarmante che viene tracciato da autorevoli organismi internazionali.

Allora il punto è: lui continua a ripetere le stesse cose, a sovvertire la realtà e il suo consenso aumenta o resta invariato. La solita litania, ma per non essere stata adeguatamente contrastata, ancora più efficace. Una delle “lezioni” della televisione, dopotutto, è proprio questa: qualsiasi falsità può diventare reale, alla sola condizione che si affermi.

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