Su Il Giornale Tony Damascelli, in un articolo intitolato “Gridano al regime, pagati da Silvio”, teorizza la doppiezza morale di Saviano, Fazio, Benigni, con riferimento alle difficoltà lamentate da Saviano in merito alla trasmissione “Vieni via con me”, che dovrebbe andare in onda a novembre sulla Rai.
Secondo Damascelli la doppiezza consiste nel fatto che questi ed altri intellettuali criticano Silvio Berlusconi, salvo poi essere volentieri pagati, secondo i casi, dalle sue case editrici, dalle sue televisioni o dalle sue aziende di produzione cinematografica. In questa concezione paternalistica e feudale della proprietà, nella quale la lealtà al capo è presentata come l’unica scelta virtuosa, non può di certo trovare spazio l’ovvia considerazione che i tentacoli ramificati del cavaliere sono estesi su mezza Italia.
L’esempio di Damascelli, e di molti altri, del resto, è decisamente molto più edificante: poiché sono pagati dal proprietario, fanno senza vergogna sempre e comunque i suoi interessi. Non importa se per farlo si infrange ogni deontologia. Non importa se si usa sistematicamente il randello mediatico contro gli avversari politici. Non importa se non si ha alcuna remora persino a far passare falsi per veri, a inquinare volontariamente l’informazione e a distorcere i fatti.
Facciano pure, Damascelli e molti altri. Ma sappiano che nella lealtà tribale esiste un inconveniente: quando la parabola politica del proprietario dei buona parte del Paese, dei giornali sui quali scrivono e in ultima analisi e per libera scelta anche di loro stessi, volgerà al termine – e sia chiaro che i tempi e i modi di questo epilogo sono ad oggi difficilmente prevedibili – saranno chiamati all’ultima e forse all’unica inconfutabile dimostrazione di coerenza. Saranno disposti a offrirla, o si limiteranno a cambiare bandiera?
Ma in Italia la libertà d’espressione c’è, eccome, se tutti possono criticare Silvio Berlusconi, suggerisce Tony Damascelli, seguendo anche in questo caso una linea ampiamente collaudata. Certo, in Italia la libertà d’espressione, anche se un po’ malconcia, c’è ancora e ci sarà, proprio fintanto che non tutti accetteranno di autocensurarsi o di far regredire le libertà democratiche a vincolo feudale, come fa Tony Damascelli.
1 commento:
E non solo, mi ero perso una prima pagina che ha dettato la linea
http://nonleggerlo.blogspot.com/2010/10/ammissione-shock-del-giornale-e-vero.html
è che, per forza di cose, si pesca nel mucchio.
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