sabato 7 marzo 2009

Ponte sullo Stretto, falsa risposta alla crisi

Il colpo ad effetto del Cavaliere di rilanciare il Ponte sullo Stretto naturalmente non passa inosservato alla stampa inglese. Il Financial Times in particolare, pochissimo tenero con il premier, non manca di cogliere gli aspetti propagandistici dell’ultima trovata berlusconiana. Il quotidiano londinese aveva già registrato il cambiamento di toni della comunicazione del governo sulla crisi, riportando le dichiarazioni di Tremonti dei giorni scorsi. Sul progetto dello stretto, il FT online titola significativamente: “Berlusconi resuscita il progetto del ponte siciliano per fornire una via d’uscita alla crisi”. Una soluzione propagandistica più che reale, come suggerisce tra le righe l’articolo, a firma Guy Dinmore, che ricorda il rischio di una pioggia di appalti sulla mafia siciliana, come anche gli stretti legami della maggioranza con l’isola.

Risuscitando un antico sogno di collegare la Sicilia con la terraferma italiana, il governo di centro-destra di Silvio Berlusconi ieri ha rispolverato il controverso progetto di costruire il ponte sospeso più lungo del mondo come parte di un pacchetto di infrastrutture avente lo scopo di rilanciare l’economia.

(…) La precedente legislatura guidata da Berlusconi provò a lanciare il progetto ma fu abbandonato nel 2006 dal subentrante governo di centro-sinistra perché troppo costoso, non necessario e suscettibile di trasformarsi in una cascata di sub-appalti per la Mafia siciliana e, dall’altro lato del mare, per la 'Ndrangheta calabrese.

Ma la travolgente vittoria elettorale della coalizione di Berlusconi lo scorso anno – e la rotta dei Verdi in Parlamento – ha di nuovo spianato la strada, insieme a una depressione così profonda, al rilancio dell’argomento dello Stretto di Messina. Berlusconi ha inoltre importanti alleati in Sicilia e una forte rappresentanza parlamentare proviene dall’isola, con i ministri siciliani dell’ambiente e della giustizia.

Renato Schifani, presidente del Senato e siciliano, ieri ha definito il progetto di enorme importanza per tutto il Sud depresso dell’Italia.

Le azioni di Impregilio, la compagnia di costruzioni già assegnataria del progetto, sono salite dello 0,5% mentre per il resto il mercato perdeva il 3,8 per cento.

Il FT cita quindi uno studio realizzato e pubblicato dal geologo Fabrizio Antonioli, che critica duramente il progetto e ne evidenzia l’insostenibilità sul lungo periodo, ricordando che l’area è sismica, che è percorsa da forti venti e caratterizzata da maree e, inoltre, che la parte meridionale della Calabria e la Sicilia si spostano a velocità diverse e persino in direzioni diverse.

Insomma, un progetto sbagliato sia per considerazioni di breve che di lungo termine, e per giunta decisamente fuori luogo, in un momento in cui la crisi economica imporrebbe, a voler agire concretamente e non demagogicamente, altre e diverse priorità.

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