Gim Cassano
Quel che le analisi economiche non dicono, o dicono poco, è che la crisi, quand’anche sarà superata, si lascerà dietro una scia più che decennale di guasti ed incertezze, di povertà per alcuni e prosperità per altri.
La ripresa produttiva sarà affrontata con investimenti in tecnologia ed automazione, piuttosto che aumentando la domanda di manodopera Nel frattempo, nei Paesi industrializzati si allarga la fascia della povertà e della insicurezza, Per quanto riguarda l’Italia, la crisi del 2008 si è abbattuta su un paese che da molti anni cresceva poco o nulla, La risposta delle imprese alla crisi è consistita nel “tirare i remi in barca” si è eliminata la manodopera precaria si sono chiusi impianti o interi stabilimenti ritenuti, a ragione o a torto, scarsamente produttivi.
L’atteggiamento del governo di fronte alla crisi è ideologico: le forze politiche al governo, ed i loro leader, sembrano guardare altrove, aspettando che la crisi si “risolva” in virtù di fattori esogeni. Vengono così posti in secondo piano gli aspetti economico-sociali, dando la precedenza alla politica “pura”: la priorità dell’agenda politica del governo sembra essere la definitiva sistemazione di un assetto politico-istituzionale tale da consentire all’esecutivo di governare senza o con pochi controlli. Raramente in piena sintonia tra di loro, ritrovano omogeneità di vedute nel posporre le questioni dell’economia e della società italiane, proclamando che la priorità è quella delle riforme.
Nessun commento:
Posta un commento