Il Consiglio Nazionale dell’ordine dei Giornalisti ha confermato la condanna a Vittorio Feltri per violazione del codice deontologico in relazione al “caso Boffo”. Da parte sua, “Feltri persevera nel vano tentativo di imbrogliare le carte, anziché di chiedere scusa ai suoi lettori”. Il comunicato della Società Pannunzio per la libertà d’informazione.
Comunicato della Società Pannunzio per la libertà d'informazione
11.11.2010 – Se in un guizzo di dignità il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha confermato la condanna a Vittorio Feltri per violazione del codice deontologico e ha deciso in via definitiva di sospenderlo dalla professione giornalistica, la Società Pannunzio per la libertà d'informazione, che denunciò il direttore del "Giornale", si dichiara soddisfatta dell'esito della vicenda.Certo, la riduzione quantitativa della sanzione, scaturita peraltro grazie a un tecnicismo formale, appare pilatesca. Tuttavia, la Società Pannunzio considera rilevante il riconoscimento conclusivo che nel caso Boffo vi è stata una grave violazione che disonora la professione giornalistica.Il commento a caldo di Feltri dimostra che purtroppo ci sono Direttori che non conoscono la legge sulla stampa del 1948. Infatti, siamo pronti a dimostrare che, in questa vicenda, mai è stata pubblicata una rettifica nei termini stabiliti dalla legge, né mai Feltri ha comunicato ai suoi lettori di averli ingannati falsificando l'origine della fonte della notizia da lui data su Boffo. Come noi, in solitudine, denunciammo. Tuttora Feltri persevera nel vano tentativo di imbrogliare le carte, anziché di chiedere scusa ai suoi lettori.
Enzo Marzo, portavoce della Società Pannunzio per la libertà d’informazione
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